Tecniche di impianto delle protesi peniene
Sebbene la chirurgia protesica sia poco invasiva e relativamente semplice, poiché eseguita in regime di day-surgery, l’abilità e l’esperienza del chirurgo, così come la tecnica chirurgica impiegata, sono fondamentali per ottenere un risultato eccellente. Questa sezione presenta le diverse tecniche chirurgiche e la metodologia che preferiamo.
Indipendentemente dalla tecnica adottata, un chirurgo esperto ambisce a raggiungere i seguenti obiettivi:
- Ridurre al minimo la probabilità di infezione della protesi;
- Assicurare che la protesi sia inserita correttamente per impedire la perdita di lunghezza peniena o altri problemi associati ad un cattivo inserimento, come il dolore postoperatorio;
- Ridurre al minimo l’impatto estetico dell’intervento in termini di cicatrici visibili.
Gli step fondamentali dell’implantologia peniena
L’intervento di posizionamento di protesi viene eseguito in una sala operatoria in condizioni di massima sterilità in anestesia generale o spinale. L’intervento generalmente dura da 1 alle 2 ore ed è eseguita in regime di day-surgery senza la necessità di ricovero notturno. L’intervento chirurgico è costituito dai seguenti step:
- Detersione e disinfezione accurata della cute per 10 minuti
- Incisione sulla parte superiore dello scroto.
- Identificazione ed isolamento dei corpi cavernosi
- Corporotomia e dilatazione dei corpi cavernosi
- Lavaggio dei corpi cavernosi con soluzione antibiotica per ridurre il rischio di infezioni.
- Posizionamento dei cilindri all’interno dei corpi cavernosi.
- Se si utilizza una protesi gonfiabile, si procede all’inserimento della pompa a livello dello scroto e all’impianto di un serbatoio nella parete addominale attraverso la medesima incisione.
- Una volta posizionata la protesi e verificatone il funzionamento, il chirurgo procede infine alla sutura delle incisioni.
Per comprendere meglio la tecnica chirurgica, la invitiamo a vedere il video esplicativo che trova di seguito:
Variazioni che abbiamo apportato all’intervento di posizionamento di protesi peniena
Ridurre al minimo il rischio di infezioni: la tecnica No-touch
Studi clinici hanno rivelato che per quanto la cute del paziente venga sottoposta ad un’adeguata pulizia e preparazione preoperatoria, in moltissimi casi sono comunque presenti batteri sulla cute. L’unica cosa che appare possibile è una riduzione della carica batterica, perfino utilizzando i migliori antisettici cutanei come l’alcool e la clorexidina.
In secondo luogo, è stato documentato, grazie a una quantità notevole di dati resi disponibili negli anni ’90, che le infezioni delle protesi peniene erano causate da contaminazione intraoperatoria per contatto con batteri normalmente presenti sulla cute del paziente. Sono stata così sviluppate nuove protesi con rivestimento antibiotico come l’AMS® InhibiZone™ (rifampicina / minociclina) e dispositivi idrofili della Coloplast® che hanno permesso una drastica riduzione dei tassi d’infezione, diventati inferiori al 2%.
- La tecnica No-touch consente al chirurgo il completo inserimento della protesi peniena senza contatto della cute, riducendo così il rischio di infezione.La tecnica consiste nel coprire completamente il pene con un telo chirurgico sterilizzato subito dopo l’incisione e prima di inserire la protesi.La nostra esperienza e gli studi clinici suggeriscono che la tecnica No-touch dimezza il rischio di infezione, riducendolo a meno dell’1%. Per questo motivo rappresenta la nostra pratica comune.
Assicurare il corretto adattamento della protesi e l’assenza di cicatrici: Incisione scrotale vs incisione infrapubica
Alcuni chirurghi sono promotori della cosiddetta procedura infra-pubica, nella quale l’incisione attraverso cui viene inserita la protesi viene praticata alla base del pene, anziché a livello dello scroto.
In base alla nostra esperienza questa tecnica non offre alcun vantaggio reale se non quello di ridurre leggermente la durata dell’intervento e di facilitare il posizionamento del serbatoio per i chirurghi meno esperti.
Noi preferiamo l’incisione peno-scrotale perché offre diversi vantaggi per il paziente ed un miglior risultato estetico. Questa procedura rende più semplice misurare in maniera precisa le dimensioni dei corpi cavernosi e di qui garantendo una protesi più lunga possibile. Questa tecnica, inoltre, facilita il corretto posizionamento della pompa nello scroto, semplificando l’attivazione e la disattivazione del dispositivo da parte del paziente dopo l’intervento. Il chirurgo che si serve di questa tecnica può posizionare la protesi praticando incisioni ridotte e utilizzando la tecnica “no-touch” per ridurre il rischio di infezioni.
Le corporotomie vengono suturate completamente per prevenire il rischio di sanguinamento e non vengono utilizzati drenaggi dopo l’intervento. I drenaggi sarebbero stati rimossi il giorno successivo, costringendo il paziente a pernottare in ospedale. Con l’incisione peno-scrotale è possibile nascondere al meglio i tubicini di connessione idraulica tra le varie componenti. il foro di uscita dei tubicini di connessione è posto sulla superfice ventrale del pene anziché dorsalmente in modo che non siano palpabili dal paziente né dal partner. Di questa tecnica gioveranno maggiormente i pazienti in sovrappeso; sarà sufficiente un’incisione minima per accedere ai corpi cavernosi e da ciò deriva una riduzione delle complicanze postoperatorie: gonfiore, sanguinamento, rischio di infezione.
Esistono nuove tecniche di inserimento della protesi che consentono di preservare e ripristinare la lunghezza peniena di quei pazienti che hanno già subito una perdita di lunghezza significativa (come ad esempio i pazienti affetti dalla malattia di La Peyronie). I nostri medici sono impegnati attivamente nello sviluppo e/o nelle modifiche di queste tecniche e siano in grado ora di offrire ai pazienti più idonei le seguenti soluzioni:
Incisione sub-coronale
Questa tecnica è molto simile a quella standard, ma invece di praticare l’incisione scrotale, viene eseguito il degloving del pene ed i cilindri vengono inseriti attraverso due incisioni alla base del pene denudato. I pazienti guadagnano in media circa 0,6 cm (anziché subire una perdita di lunghezza) con l’utilizzo di questa tecnica, specialmente i soggetti affetti da tempo da DE e con fibrosi dei corpi cavernosi.
La durata dell’intervento è di poco maggiore della tecnica standard e il rischio di infezioni e complicanze non aumenta rispetto all’approccio standard.
Per comprendere meglio la tecnica chirurgica, la invitiamo ad osservare il video esplicativo che trova di seguito:
- La tecnica a slitta modificata (MoST)
Si tratta di una procedura complessa e invasiva che consiste nella ricostruzione e nell’allungamento dei corpi cavernosi contestualmente all’inserimento della protesi e che dovrebbe essere eseguita solo da chirurghi esperti. Non è una tecnica adatta a tutti i pazienti e per tale motivo non la offriamo abitualmente come soluzione ideale.
In base ai risultati pubblicati finora, i pazienti possono guadagnare in media 3 cm, ma in alcuni casi (come nel caso dei pazienti che avevano avuto una perdita di lunghezza significativa a causa della malattia di La Peryonie) l’aumento di lunghezza del pene dopo l’intervento è stato tra i 3 cm e i 5 cm.
Per comprendere meglio la tecnica chirurgica, la invitiamo ad osservare il video esplicativo che trova di seguito:
Sto valutando l'ipotesi di una protesi peniena. Cosa dovrei fare?
Se sta valutando di sottoporsi ad un intervento di impianto di protesi peniena, le consigliamo di prenotare una visita con uno dei nostri specialisti. Vantiamo un' ampia casistica di questo tipo di intervento; siamo certi di assisterla nella scelta del trattamento più adeguato.
Durante la consultazione, il medico eseguirà una valutazione completa dei suoi problemi di erezione, valuterà se è il candidato ideale all’impianto di protesi peniena, discuterà tutte le possibili opzioni terapeutiche e chiarirà ogni suo dubbio.