Tecniche chirurgiche per l’aumento della circonferenza del pene
Aumento della circonferenza del pene tramite iniezione di grasso autologo
L’iniezione di grasso autologo (ossia prelevato dal paziente) finalizzato all’aumento della circonferenza peniena è la tecnica più diffusa e il metodo che preferiamo in termini di sicurezza e raggiungimento del risultato desiderato. L’iniezione può essere eseguita in anestesia locale (anche se sarebbe meglio l’anestesia totale o la sedazione) e si divide in tre semplici fasi:
- Aspirazione del grasso dall’addome e/o interno coscia (Prelievodel grasso autologo)
Si tratta della prima fase nella quale le cellule adipose vengono prelevate dal paziente, da un’area opportunamente identificata, attraverso mini-incisioni e l’utilizzo di una speciale ago-cannula aspirativa.
- Preparazione del grasso
Il grasso prelevato viene sottoposto a un processo di purificazione, mediante centrifugazione, per rimuovere le impurità e/o altri tipi di cellule. Questa procedura serve a massimizzare la sopravvivenza degli adipociti all’interno delle fasce del pene in seguito all’intervento chirurgico e a mantenere nel tempo l’incremento ottenuto.
- Iniezione di grasso nel pene
Il grasso viene iniettato nellle fasce del pene attraverso una piccola incisione praticata sullo stesso. In questa fase a fare la differenza sarà l’esperienza e l’abilità del chirurgo. La modalità con cui il grasso viene iniettato, in maniera precisa e omogenea, determinerà il risultato estetico. L’obiettivo è quello di avere un pene dall’aspetto naturale (per quanto riguarda il glande) e con una circonferenza omogenea. Purtroppo molti medici eseguono ancora la tecnica introdotta 20 anni fa e per questo motivo ottengono spesso risultati non eccellenti con aree di disomogeneità da cui deriva poi il rifiuto di praticare questa tecnica.
Abbiamo introdotto due semplici step per risolvere il problema:
- Il grasso viene iniettato tramite cannule molto sottili. In questo modo riusciamo a filtrare le cellule adipose più grandi responsabili dei cosiddetti granulomi (accumuli disomogenei di grasso), esteticamente poco gradevoli.
- Induzione di un’erezione artificiale per iniettare il grasso in maniera più accurata possibile. Ciò garantisce la distribuzione omogenea del grasso sia nello stato di erezione che di flaccidità.
In media è possibile ottenere un aumento della circonferenza del pene pari al 30%. Ciononostante, in alcuni pazienti i risultati ottenuti inizialmente, benché notevoli, possono ridursi nel tempo. Purtroppo non è possibile prevedere se e come ciò si verificherà, ma si può ridurre al minimo il rischio osservando alcune istruzioni post-operatorie.
I vantaggi del trasferimento di grasso autologo sono sintetizzati di seguito:
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- È la tecnica più eseguita e medici esperti sono in grado di ottenere risultati estetici molto soddisfacenti, con un aumento medio della circonferenza peniena pari al 30%.
- È una tecnica poco invasiva, che può essere eseguita in anestesia locale senza complicanze significative.
- Il rischio di rigetto è nullo in quanto vengono utilizzate le cellule del paziente stesso.
- Il periodo di recupero è solitamente abbastanza breve ed è possibile riprendere l’attività sessuale dopo 4-6 settimane.
Innesto di dermal fat
Una tecnica alternativa all’iniezione di grasso è l’innesto di dermal fat costituito da uno strato sottile di cute e grasso al quale è stato rimosso la parte cutanea più superficiale l’epidermide per favorirne l’attecchimento. Il dermal fat viene prelevato dai glutei o dall’addome del paziente, si procede quindi al degloving penieno e alla sutura del tessuto prelevato lateralmente a ciascun corpo cavernoso, ottenendo così un aumento della sua circonferenza.
Il vantaggio di questa tecnica è che l’innesto può essere distribuito in maniera più uniforme rispetto alle iniezioni di grasso autologo. Tuttavia, si segnalano anche svantaggi significativi:
- Si tratta di un’intervento che dura circa 3 ore, poiché non solo è necessario prelevare l’innesto (solitamente dalle natiche del paziente), ma anche procedere al degloving e regloving penieno.
- La zona donatrice presenterà quindi cicatrici significative.
- Il rischio di infezione dell’innesto è maggiore rispetto a quello dell’iniezione di grasso autologo.
- L’innesto potrebbe contrarsi dopo l’intervento e determinare una retrazione del pene e perdita di lunghezza.
- Non è ripetibile ed è difficile da rimuovere in caso di complicazioni.
Sebbene le complicanze siano rare, riteniamo che i vantaggi di questa tecnica (rispetto alle iniezioni di grasso) non siano così rilevanti da giustificare i rischi aggiuntivi.
Applicazione chirurgica di un distanziatore in silicone intorno al pene
Una tecnica simile consiste nell’applicazione chirurgica di un distanziatore in silicone (si veda l’immagine) attorno al pene anziché un innesto di grasso.
I vantaggi del distanziatore in silicone è che non c’è rischio che il grasso venga riassorbito e la distribuzione lungo l’asta del pene è in generale più uniforme. Tuttavia, si segnalano anche alcuni svantaggi significativi:
- I distanziatori in silicone sono piuttosto costosi
- Il rischio di infezione è piuttosto elevato
- Il pene allo stato flaccido non è naturale al tatto
- L’eccessiva fibrosi intorno al distanziatore può comportare la retrazione peniena, lo sviluppo di una curvatura e la perdita di lunghezza in erezione
- Rischio di estrusione del distanziatore durante i rapporti
- Il tempo di recupero è decisamente più lungo
- Il pene potrebbe apparire non uniforme nel passaggio dallo stato flaccido a quello eretto
Aumento della circonferenza tramite ingegneria tissutale con scaffold biodegradabili
Invece di impiantare un tessuto “formato” al di sotto della cute peniena, questa tecnica utilizza un materiale biodegradabile (PLGA) di forma tubulare (simile al distanziatore di silicone), che viene messo in coltura per favorirne la crescita e proliferazione in un liquido contenente le cellule prelevate dal paziente( dalla fascia dartoica dello scroto).
Gli scaffold di forma tubulare vengono poi posizionati tra la fascia di Buck e il dartos penieno, ma non sono questi ad aumentare la circonferenza. Infatti, essi servono solo come base (scaffolding) per mantenere in posizione le cellule del paziente che con il tempo formeranno un tessuto permanente. Gli scaffold vengono quindi completamente riassorbiti (il materiale di cui sono fatti è esattamente uguale a quello dei punti riassorbibili). Anche se in via teorica questa tecnica appare attraente e i risultati per i primi sei mesi, prima che gli scaffold si riassorbano, appaiono sorprendenti, nella pratica invece il nuovo tessuto che si forma altro non è che un sottile strato di fibroblasti (le cellule che formano il tessuto cicatriziale). Per questo motivo l’incremento a lungo termine è davvero minimo, mentre l’intera procedura è piuttosto complessa e costosa.
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